sabato 15 marzo 2008

Federico Zandomeneghi


Quando il vento dell'impressionismo, dalla seducente Parigi, spirò sull'Europa, furono in molti ad esserne travolti: e fu, sempre più, ripudio dell'accademismo, bramosia di libertà, esaltazione della luce, trionfo del colore.
Una triade di pittori italiani, reduci dall'esperienza macchiaiola, abbandonò la propria terra d'origine e si recò nella capitale francese per immergersi nel cosmo impressionista. Così, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis e Federico Zandomeneghi diventarono gli "italiens de Paris", i "cantori" dell'eleganza mondana ed internazionale della "città dei boulevards", come del carattere popolare e periferico d'alcuni suoi quartieri. La loro peculiare esperienza artistica ed il ruolo rivestito nell'ambito della cultura impressionista sono stati al centro di diverse rassegne italiane di recente apertura, che ne hanno rivalutato il significativo contributo all'affermazione dell'arte francese tardo-ottocentesca.
Il veneziano Federico Zandomeneghi, l'unico fra i tre "italiani di Parigi" a non fare più ritorno in patria,un artista che mantenne un profondo e duraturo legame con l'ambiente impressionista e post-impressionista, pur aderendovi in modo assai personale, e predilesse temi tratti dalla realtà urbana e domestica contemporanea, dando vita ad una sorta di moderno "umanesimo".

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