giovedì 24 giugno 2010

Il Mito di Narciso


Come ben sapete il mito di Narciso racconta di un giovane di bellissimo aspetto, che, specchiandosi in una fonte, s'innamora follemente della sua immagine, tanto da morire di dolore nel momento in cui si accorge che non potrà mai possederla ( Metamorfosi, Ovidio).
Una delle tante chiavi di lettura del mito è il "rischio del fallimento". Un fallimento genera nell'individuo un sentimento di dolore, che istintivamente egli debella rifiutando di correre questo rischio: c'è il rifiuto della sofferenza, che esclude a priori la possibilità di avere un successo, per non rischiare il fallimento. Narciso rifiuta il dolore del fallimento per non tradire se stesso (il tradimento per Narciso è la separazione dalla propria immagine!) e rifiuta un confronto con gli altri volti, e quindi con gli altri, che hanno la capacità di mettere in discussione l'Io che si mette in relazione, distogliendolo dall'amore per sé e focalizzando la sua affettività verso l'altro. In Narciso non esiste alcun transito che porti al confronto, nonostante la presenza della fonte che propone un possibile altro, perchè esso rifiuta di tradirsi, ed è privo di quella che chiamiamo fiducia primitiva. Il dramma di Narciso è il dramma di chi non ha mai imparato a tradirsi, perchè troppo precocemente tradito e "costretto" a rafforzare il proprio guscio "narcisistico", per evitare ulteriori tradimenti e altro dolore.
L'essere Io, l'essere soggetto per Narciso non costituisce affatto vulnerabilità, in quanto lui è una soggettività beata, autonoma e non bisognosa di altro; è simbolo di una soggettività non relazionata, perchè presuntuosa d'invulnerabilità. Al contrario per Narciso l'amore diviene sinonimo di debolezza e vulnerabilità, perchè porta ad esporsi e scoprirsi, ad essere non solo soggetto ma anche oggetto. Nella formula " Io è un altro " il poeta simbolista A. Rimbaud sembra suggerirci che l'unico modo per essere un Io, per costituirsi come soggetto sia essere in relazione con l'altro. L'esporsi, aprendosi all'altro, il darsi in balia di questi può essere motivo di dolore e Narciso rifiuta questa possibilità, anche a rischio di non formarsi come soggetto. L'immagine riflessa nella fonte viene a simboleggiare il rapporto interpersonale al quale egli si sottrae nel momento in cui non riconosce l'altro, e quindi, poichè l'altro è la sua immagine riflessa, il rifiuto di Narciso diventa anche attestazione di un disamore con sé: Narciso è incapace di tradire la propria immagine nella stessa misura in cui è incapace di separarsene.
Caravaggio, Narciso.

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